“Un paese di musichette mentre fuori c’è la morte”. Recita così la frase che introduce “Mai dire mai” (La locura), il brano presentato da Willie Peyote a Sanremo 2021. La frase in questione è ripresa dalla serie televisiva “Boris” ed è solo il preludio del testo ironico e per certi versi di denuncia del rapper torinese, l’unico a far riferimento alla delicata situazione legata alla pandemia fra gli artisti in gara.
E forse Willie Peyote ha ragione. Fuori dall’Ariston continuano a lottare contro il virus migliaia di persone, ma la porta del maestoso teatro ligure sembra relegare le varie problematiche all’esterno, lasciando così spazio alle “musichette”. Ma non è forse proprio quello di cui abbiamo bisogno?
Una delle più illustri ospiti della kermesse, Laura Pausini, ha affermato che “a Sanremo si canta proprio perché fuori si muore. La musica, essendo sinonimo di bellezza, ha il compito di consolare le persone a casa”. Per spezzare una lancia a favore della fresca vincitrice del Golden Globe, posso affermare con certezza che fra le tante serate passate a casa da quando il coprifuoco vieta di uscire dopo le 22, quelle in compagnia del festival della canzone Italiana sono state di sicuro le più spensierate. A giudicare dall’attenzione mediatica di cui Sanremo è stato rivestito (l’edizione più “cliccata” di sempre sui social), confermo dunque quanto proposto da Willie Peyote: siamo “un paese di musichette mentre fuori c’è la morte”. Le stesse musichette che ci hanno accompagnato e confortato durante il primo ed infinito lockdown e che hanno portato diverse persone ad intonarle dai propri balconi.
È quindi lecito lasciare tutti i disagi e le problematiche provocate dal Covid fuori dal teatro dell’Ariston per qualche sera e rilassarsi mettendo su un po’ di musica. Consiglierei a questo punto di metter su un po’ di musica leggera, anzi leggerissima.
”Il brano di Colapesce e Dimartino, Musica leggerissima”, è infatti un inno alla spensieratezza, un tributo a quel tradizionale genere musicale, la musica leggera appunto, fatto di testi non troppo ricercati e destinata al semplice intrattenimento
È una ricetta che funziona benissimo, con i due cantautori che non lasciano la 71esima edizione del festival in preda all’autotune (utilizzato tra l’altro alla grande da Madame), ma ci riportano indietro agli anni 60, quando la musica leggera impazzava sul palco del festival più prestigioso d’Italia. I due cantautori siciliani, con tanto d’ outfit e stacchetto d’epoca, dimostrano dunque come la musica leggera, anzi leggerissima, possa ancora risultare, dati alla mano, la più trasmessa dalle radio nazionali. Saremo anche un popolo di musichette mentre fuori la gente muore, ma in fin dei conti è proprio questa “Musica leggerissima” a farci vivere un po’ dentro.